“Provo, mi sento meglio, mi abituo”
Quanti di noi non riescono neppure a muovere un dito la mattina senza aver bevuto un caffè? Lo sappiamo. Se poi lo bevi comodamente serviti all’interno del nostro bar di fiducia, ancora meglio. Gli studi, come abbiamo più volte raccontato dalle pagine del nostro Ottogrammi, dimostrano che fa bene alla salute e che, spesso, è meglio berne un po’ che non berne affatto. A meno che i problemi di salute non ce lo impediscano. Sia chiaro. Importante, come dicevamo è berlo in maniera responsabile perché, se esagerate, ci sono degli effetti collaterali che è meglio evitare.
Ma bevuto con calma, dalla tazzina a temperatura, è davvero un piacere e ha effetti energizzanti e digestivi. Il caffè difatti è un toccasana, che previene disturbi e malattie. Nonostante manchino le prove scientifiche che dimostrino il collegamento tra il caffè e i benefici all’organismo, molti studi dicono sì al caffè. per esempio esistono delle ricerche a confermare il fatto che il caffè diminuisce il rischio di cirrosi epatica. E, inoltre, pare che bere caffè faccia anche bene al cuore. Sono infatti oltre duecento gli studi che confermano che tre o quattro tazzine al giorno contribuiscano ad abbassare del 19% la possibilità di soffrire di patologie cardiache. Sono tutte ottime notizie per gli amanti del caffè, tanti motivi in più per soffermarsi a berne una tazza insieme agli amici, nel rispetto della normativa vigente e seguendo tutte le indicazioni.
Luigi Odello, Enologo, giornalista e docente universitario, sostiene che se vogliamo parlare della sostenibilità sensoriale, dobbiamo partire proprio da questo concetto: provo, mi sento meglio, registro, mi abituo.
Sostanzialmente risponde ad un’equazione: sostenibilità sensoriale = piacere x limite di assunzione; guarda caso il caffè tra le bevande dove i due aspetti sostanzialmente vanno a braccetto.
Vale a dire che, normalmente, nel momento in cui un caffè è buono, è anche possibile berne molto di più. Quindi, su questo naturalmente bisogna pensare, riflettere sul perché.
Author Davide La Rosa