Residuo d’ossigeno sotto lo 0,4%
CIALDATURA: ECCO IL PROCESSO DI LAVORAZIONE
Un processo lungo e meticoloso dietro il “fenomeno” della cialdatura. Quanto normale sia diventato nel sentire comune, l’utilizzo delle cialde da caffè è cosa risaputa.
Il procedimento che sta dietro al risultato finale un po’ meno. Scopriamo quindi – all’interno dello stabilimento Brazilcafè – come si arriva alla cialdatura. Sono ben ottanta le scatole che si riescono a produrre nell’arco di una giornata, a seguito di un processo meticoloso che dura l’intera mattina. Si parte dalla tostatura e dalla relativa conservazione per sei lunghi giorni all’interno dei silos. Solo dopo viene cialdato. I parametri sono severi.
Dal controllo della macinatura, alla verifica della tempistica di erogazione della cialda per visionarne la qualità. la verifica del residuo d’ossigeno è tra gli aspetti più importanti: non deve di fatti superare la percentuale dello 0,4%. Ma non solo. Una cialdatura perfetta non può escludere il controllo di perdite all’interno dell’involucro oltre ad un ulteriore controllo a campione sul peso delle cialde. Se ottanta scatole al giorno, per il processo di cui vi abbiamo parlato, sono un numero importante, rimarrete di certo stupiti nella lettura nel numero di cialde prodotte in un minuto; sono ben settanta le cialde “sfornate” in soli 60 secondi. Al termine della giornata la definizione in imballaggio e la conservazione di una cella che garantisce unità e temperatura controllata.
L’evoluzione dei processi della bevanda più antica al mondo trovano ricovero a Vittoria.