Formazione tra campi di caffè ed intenditori internazionali
Un corso sperimentale tra Santa Croce Camerina e Scoglitti, votato alle fasi di raccolta e post raccolta della drupa. A raccontarlo è l’organizzatore Adriano Cafiso, ragusano d’origine ma cittadino del mondo.
“Lavoriamo dai primi mesi di quest’anno all’iniziativa – spiega Cafiso – che ha portato qui da noi tra i più importanti torrefattori italiani oltre ad un produttore indiano”.
Un’esperienza entusiasmante che secondo lo stesso Cafiso potrebbe aprire a nuove opportunità commerciali.
“Nella più antica coltivazione in serra esistente in Sicilia – racconta Cafiso- abbiamo voluto provare e dimostrare l’affidabilità del nostro territorio che è sì fortemente vocato all’orticoltura, ma che potrebbe iniziare a pensare ad una parziale riconversione dei propri insediamenti. Questo se da un lato aiuterebbe la vitalità dei suoli, dall’altro supporterebbe il processo di lotta climatica. Grazie all’Azienda Finca Balistreri, a Santa Croce Camerina, abbiamo potuto raccogliere la drupa di caffè ( il chicco alla sua origine), lavorarlo con fermentazione anaerobica ed in seguito procedere al lavaggio ed al processo di essiccazione della cascara (buccia) su cui si potrebbero aprire nuovi orizzonti, anche qui da noi in Sicilia, con la creazione di infusi energetici (100% biologici) a base proprio di caffè”.



L’evento, a cui ha collaborato anche la Brazilcafè, ha potuto contare sulla presenza di personalità del settore che hanno comprovato la forza del progetto che, seppur in fase sperimentale, punta a replicarsi. Forza che proviene dalle risultanze finali di questa tre giorni sperimentale capace di consegnare al nostro territorio la possibilità di adeguarsi nel futuro prossimo alla prospettiva di produrre un caffè dolce ed amabile al palato. Presenze illustri dicevamo. Da Antonio Biscotti, tostatore lombardo a Paolo Zucca, guru del caffè triestino; da Marco Pizziniato, formatore veronese a Giuseppe Fiorini, trainer aretuseo, per poi passare da Paolo Giovinazzo, torrefattore calabro da Erminia Nodari, formatrice bergamasca e Mattia Boasi, trainer calabrese. Presenze di spessore che hanno concluso la propria presenza presso lo stabilimento di Brazilcafè.
“L’attività di cupping – chiosa Cafiso – ci ha consentito di analizzare ben 5 tipologie di arabica tra India ed Etiopa e 3 di robuste di provenienza indiana. Sono soddisfatto del risultato. Un buon caffè, ma soprattutto la possibilità di affinare o meglio calibrare la valutazione tra diverse tipologie. Le potenzialità di questo territorio sono emerse – conclude Cafiso- anche grazie a questo tipo di attività, fatta di studio, di confronto e di operatività. Un processo che senza dubbio va continuato”.
L’estate addosso…ed il freddo shakerato in corpo. Salud!
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